“Tutto è cominciato con un topo” era la frase che amava ripetere.

Geniale creatore di uno dei cartoni animati più famosi al mondo, Walter Elias Disney realizzò più di 300 film d’animazione, collezionando in 34 anni di carriera il maggior numero di riconoscimenti e di premi Oscar per il suo straordinario lavoro di regista e produttore.

Indimenticabili il suo primo lungometraggio di animazione del 1937, Biancaneve e i sette nani, o l’ncantevole Fantasia del 1940, ispirato a famosi brani classici, o ancora Pinocchio, sempre del 1940, o il tenerissimo Dumbo del 1941 …

Oltre a Topolino (per alcuni biografi suo alter ego), tante altre creature fantastiche appartengono all’universo dei fumetti di Disney : Minnie, Pippo, Pluto … per non parlare di Paperino e di tutta la famiglia di Paperopoli.

Nel mondo il nome  Walt Disney significa innanzi tutto gioco, meraviglia, magia, inesauribile immaginazione.

E il suo ritratto è l’incarnazione dell’ottimismo, della tenacia, della popolarità e del successo ottenuti con le proprie forze a dispetto del difficile inizio dovuto a un’infanzia povera e difficile, nella migliore tradizione del sogno americano.

Il suo formidabile intuito, sia in campo artistico che manageriale, gli ha permesso di fondare un vero e proprio impero :  il parco a tema di Disneyland, aperto nel 1955, con giostre e divertimenti che riprendono i suoi film,  è ancora oggi una delle mete di vacanza più popolari al mondo.

Il pianeta maggiormente rappresentano nella scrittura di Disney è sicuramente GIOVE, che nel  tema natale si trova congiunto a SATURNO e a MARTE nel segno del CAPRICORNO, dove si colloca anche la sua VENERE.

Uno stellium in un segno austero, rigoroso, laborioso, introverso e freddo, che si direbbe agli antipodi della solarità fiduciosa che ha caratterizzato la sua vita di intraprendente SAGITTARIO, segno dove GIOVE ha il suo domicilio.

Eppure sta proprio qui il segreto della sua  eccezionale riuscita.

E’ noto che Disney, oltre ad essere un magnifico  “fabbricante di sogni”, è stato un grande imprenditore, un uomo ambizioso e determinato, concreto nel circondarsi di validi collaboratori, abilissimo nell’ottenere appoggi, finanziamenti e consensi, infaticabile nell’esporsi e nel rischiare, ostinato nel convincersi e convincere della validità del suo lavoro e delle sue innovazioni.

Ma pare che il prezzo pagato per questa consacrazione di successo e di sicurezza sia stato altissimo : biografi attenti ad episodi meno noti della sua vita lo descrivono come un uomo ossessivo, insicuro, vittima di fobie e di conflitti, che tendeva alla depressione e trovava conforto nell’alcool.

Questa visione del personaggio Disney, sicuramente molto meno luminosa e accattivante di quella del sorridente e poetico papà di Topolino e Paperino,  amato da bambini e adulti, spiega molto del suo stile grafico, di grande impatto visivo, che assume tutte le caratteristiche della scrittura persona.

Abbiamo appena accennato alla persona in occasione delle scritture SOLE -basso e VENERE, ma in questo caso è interessante un breve approfondimento su quello che intende un grafologo quando parla di scrittura persona.

L’archetipo della Persona è forse uno dei più conosciuti della Psicologia Analitica : con il termine usato per indicare la maschera indossata dagli attori del teatro classico Jung ha designato una sorta di “involucro dell’Io”, il ruolo che assumiamo quando entriamo in rapporto con gli altri, la facciata dietro la quale, attraverso tutta una serie di adattamenti che cominciano con la primissima infanzia, possiamo costruire la “rappresentazione” socialmente apprezzabile di noi stessi che il mondo ci richiede. 

Ma la persona  può diventare un fardello ingombrante : l’identificazione in  una immagine ideale richiede energie costanti ed è comunque fonte di frustrazioni e di contraddizioni profonde.

Il peso della persona è la spiegazione di certi comportamenti incomprensibili, sconcertanti, che appaiono così lontani da quello che ci si aspetterebbe, come l’improvviso squarcio di un bel dipinto che permette di scorgere inaspettatamente, al di là della superficie, una realtà nascosta, imbarazzante,  piena di sofferenza.

Nella scrittura la persona si mostra in differenti aspetti, tra cui l’adozione dello stampatello maiuscolo come stile abituale, ma il più delle volte viene descritta con le caratteristiche dell’artificiosità e della ricercatezza formale, con l’esagerazione spettacolare della firma e delle lettere maiuscole, con la deformazione vistosa di alcune lettere, con l’adozione di gesti tipo appariscenti e singolari.

Il pianeta GIOVE, con il suo bisogno di status, di visibilità e di conferme, quando viene enfatizzato è sicuramente quello che può rivelarsi più vicino a questo archetipo, connotando la grafia come classica “scrittura di compensazione”, elaborata  per colmare un vuoto e una vulnerabilità.

Non dimentichiamo che la scrittura persona può essere letta anche come una difesa, una più o meno consapevole costruzione che è bene non smantellare, una copertura finalizzata alla conservazione, mai indolore, di un equilibrio delicato e sottile. 

La scrittura persona nasconde, protegge e confonde : non per niente viene anche chiamata “scrittura maschera”.

Splendida “maschera” per questo affascinante maestro di incanti che è stato Walt Disney : lo abbiamo immaginato come un abilissimo disegnatore, ma in realtà sapeva appena schizzare, e anche le sceneggiature, dopo i primissimi copioni, erano affidate ai suoi collaboratori, così come le musiche.

Ma il suo “marchio” rimane inconfondibile. Qualcuno ha detto, giustamente, che a tutti i film usciti dopo la sua morte, per quanto di successo, manca qualcosa di indefinibile, di non più riproducibile : la magia di Walt Disney.

Il testo è tratto da “GRAFOLOGIA PLANETARIA. I simboli dell’universo nella scrittura”, Edizioni Mediterranee, Roma, 2023 (pag. 186-188)

Il capitolo 11 è dedicato alla scrittura di Giove e di Saturno.