Aviatore, scrittore, pilota collaudatore, inventore, reporter di guerra … uomo d’azione e poeta, senza dubbio una delle figure più affascinanti del ‘900, incarnazione pressoché perfetta  dell’ “eroe romantico”, un personaggio dalla vita emozionante, eccessiva, contraddittoria, intensa e breve : la storia di Antoine de Saint-Exupéry ci riporta alla particolare atmosfera di un periodo che, al nostro sguardo di oggi, può sembrare quasi irreale. 

Come aviatore ha partecipato ad una delle avventure più pericolose e spettacolari della sua epoca : la conquista dei cieli. Come autore è stato attivissimo e ha lasciato numerosi scritti, alcuni molto suggestivi perché di spunto autobiografico, di cui il più famoso è senz’altro “Il Piccolo Principe”.

La storia del  bambino che si avventura nel cosmo affrontando la sua solitudine e visitando sei diversi pianeti, abitati da quei bizzarri personaggi che simboleggiano la cecità e l’irragionevolezza degli adulti, prima di scomparire definitivamente ai nostri occhi per tornare, chissà, al minuscolo asteroide da cui è partito, è il piccolo gioiello che lo ha reso celebre ovunque.

Saint-Exupéry era rimasto molto legato al mondo dei suoi ricordi infantili : spesso diceva che gli sembrava molto più vivo del mondo reale, e confessava come suo maggiore rammarico quello di “ essere diventato adulto”.

Secondo la psicologa Marie Louise von Franz, allieva e collaboratrice di Jung,  Antoine De Saint-Exupéry “presenta tutti i tratti tipici del Puer Aeternus  /…./. Il Puer non si impegna nelle faccende di questo mondo : se ne sta sospeso sopra la terra, la sfiora di tanto in tanto, atterra qua e là….” : un vero “figlio di Mercurio”, con tutta la sua vulnerabilità, le sue ostentazioni, le sue contraddizioni, le sue evasioni.

Antoine de Saint-Exupéry  1900-1944

Ed è senz’altro l’archetipo di Mercurio a connotare la sua scrittura dalle forme piccole, sobrie, essenziali, semplificate talora fino all’estremo e quasi spoglie, frammentate e vagamente evanescenti in un contesto grafico vibrante, rapido, leggero, sfumato e come rarefatto.

Forme che lasciano trasparire perfettamente l’inquietudine costante, l’intuizione sottile, la delicatezza di sentimenti che difficilmente trovano un canale espressivo verso l’esterno, l’incostanza e la difficoltà nell’autoaffermazione, l’isolamento interiore, la sofferenza di un’affettività segreta, più facile a nutrirsi di emozioni e di idealismo che non di continuità e di concretezza.

A Mercurio seguono Saturno e, in misura minore, qualità estetizzanti solari e grandi bianchi tipicamente lunari : quindi il puer, il senex, il pater, la grande madre….valori antinomici, conflittuali e ambivalenti come necessariamente sono  tutti i simboli, alla ricerca di una sempre difficile integrazione.

In questi grandi modelli, che la scrittura fedelmente registra, c’è tutto Saint Exupéry  : Mercurio è il bambino affabulatore, instabile, enigmatico, abile ed inventivo che non può smettere di giocare. Saturno è la disciplina che gli diventa necessaria (nello scrivere era un perfezionista perennemente insoddisfatto), il sacrificio, l’interiorizzazione, la solitudine, il senso del tempo con la sua malinconia. Il Sole è nell’idealismo, nella ricerca estetica, nell’ispirazione, nell’autorità responsabile ed imperativa cercata nelle figure maschili forti e carismatiche che sostituivano il padre mancante. La Luna-madre è nel rapporto con un femminile idealizzato, nell’infanzia protettiva che non cesserà mai di rimpiangere, nell’immaginazione fertilissima, nella fuga nel sogno, nella sensibilità poetica, nella predilezione per le atmosfere notturne.

Questi quattro pianeti assumono un’importanza particolare anche nel tema natale : Mercurio è strettamente congiunto alla bella Luna leonina, entrambi in aspetto positivo alla quarta casa, che cade in Sagittario;  Saturno è nel suo domicilio, il Capricorno, in opposizione al Sole-identità che si trova in Cancro (segno governato dalla Luna) e in conflitto con Nettuno-immaginazione che si trova nel segno “mentale” dei Gemelli.

L’alternarsi della direzione sul rigo di base, ascendente e discendente, che spesso è stata sottolineata nei diversi saggi grafici di Saint-Exupéry non è altro che il fluttuare dei suoi stati d’animo : dall’ipocondria che lo costringeva all’inattività e all’isolamento, all’esaltazione operativa che lo spingeva, al limite delle sue forze, ad estremizzare tutte le sue esperienze come una continua sfida.  Oggi gli psicologi parlerebbero di sindrome bipolare, di psicosi maniaco-depressiva …. ma allora le ricerche sull’inconscio erano ancora lontane.

E forse è meglio così, probabilmente non è necessario soffermarsi sul “male di vivere” così presente in tutti gli scritti di Saint-Exupéry, sempre in bilico tra la nostalgia dell’infanzia e il presagio della morte : resta maggiore spazio per il fascino di questo indimenticabile personaggio, per le sue contraddizioni, per la sua solitudine, e per la sua poesia.

L’aviatore-poeta non ha fatto ritorno dalla sua ultima missione, è scomparso con il suo aereo e non è stato mai rintracciato : anche per questo il suo ricordo rimane come sospeso tra mito e leggenda.

Ai suoi ammiratori nel mondo piace sognare che non si trovi in fondo al mare o tra le sabbie del deserto, ma sul minuscolo asteroide del Piccolo Principe, intento ad ammirare i quarantatré tramonti della sua vita in compagnia della “sua” rosa, oppure che stia ancora volando, da qualche parte, tra i cieli, tra le stelle “…quelle piccole cose dorate che fanno fantasticare i poltroni.”

Il testo è tratto dal capitolo 9 del libro “Grafologia Planetaria. I simboli dell’universo nella scrittura”, Ed Mediterranee, Roma, 2023