“I metodi di analisi sono soltanto un aiuto, mezzi tecnici, utili itinerari : l’essenziale è l’atto creativo. Il grafologo si serve del proprio vocabolario di segni e delle interpretazioni che a esso si collegano, come un musicista mette insieme delle note per comporre una fuga o un minuetto”

Ania Teillard

Oggi la Grafologia ha perduto l’aura “magica” che la circondava ai suoi inizi, ed è considerata a tutti gli effetti una disciplina autonoma, con un solido supporto psicologico.

Esistono, infatti, ottime scuole che preparano alla professione.

Ma al di là di quel che si impara frequentando i corsi, è necessario un importante lavoro personale, molto esercizio e l’abitudine a pensare in maniera simbolica, perché la scrittura parla, ancor prima che alla mente, alla sensibilità e all’intuizione.

Certo è che oggi, in questo mondo di “nativi digitali” per cui carta e penna rischiano di diventare un vago ricordo, spesso mi sento chiedere che senso abbia ancora occuparsi di interpretare la scrittura.

La mia risposta è sempre la stessa : la scrittura è una ricchezza, è la conferma dell’unicità di ciascuno di noi, è la “proiezione” di noi stessi, delle nostre memorie e del nostro progetto di vita.

A livello universale è il segnale di una civiltà che, nascendo ed evolvendosi, ha potuto raccontare la sua Storia e lasciarne traccia.

La scrittura è davvero, come dicevano gli antichi, “un dono degli dei”.

Un dono a cui, sono certa, non vorremo rinunciare. 

Non rinunceremo all’emozione che si prova dinanzi a un foglio bianco, a un amico prezioso, a un confidente discreto che ci aspetta.

La scrittura è anche rifugio, quiete, diario, racconto … è creatività, linguaggio dell’anima. 

E saranno proprio quei “segni” unici, scaturiti magicamente dalla nostra mano, a registrare una traccia del nostro sentire e dell’essere  “noi” in quel preciso momento, mai più ripetibile, mai più uguale a se stesso : imperfetti e fragili, ma forti del contatto profondo con la silenziosa energia che più ci appartiene ci somiglia.

Questo libro è dedicato a tutti coloro che amano la scrittura, ma ancora di più a tutti coloro che impareranno ad amarla.

Se di fronte a una scrittura ci affranchiamo dalla tirannia del trascorrere del tempo, se proviamo un’emozione difficile da descrivere, il piacere sottile di sentirci simili, come affratellati, a quelle righe che prendono vita sulla carta, ancora una volta sorpresi dall’unicità che le rende inconfondibili, affascinati sempre dal loro fluire, allora significa che qualcosa di speciale è accaduto : siamo diventati grafologi.

Buon cammino fra le mie pagine e fra i simboli della vostra scrittura!

Marisa Paschero