Figura tanto interessante quanto drammatica quella di Camille Claudel , artista di grande talento, donna bellissima in gioventù, appassionata, orgogliosa e ribelle, votata ad un destino di sofferenza, isolamento ed oblio.

Giovanissima promettente allieva di Auguste Rodin,  scultore già affermato e maggiore di lei di 24 anni, ha con lui una relazione “scandalosa” che durerà per lungo tempo (nonostante Rodin rimanga sempre legato alla sua compagna Rosa Beuret, dalla quale non si separerà mai), e che significherà per tutti e due una convivenza di amore, ispirazione e creatività: commistione e lavoro in comune testimoniati dalle opere di entrambi, che entrano in risonanza e si rassomigliano singolarmente.

Pare che lo stile di Camille, intenso, drammatico e carico di erotismo, già somigliasse a quello di Rodin quando nemmeno si conoscevano, ma ora, negli anni del loro legame, le loro sculture si fondono e si congiungono al punto di renderne difficoltosa l’attribuzione.

Da questa relazione difficile e senza un futuro Camille si affranca nel tentativo di sottrarsi all’influenza del maestro per cercare la propria strada.

Ma è una ricerca ostinatamente solitaria, spesso angosciosa, segnata dalle privazioni e dall’emarginazione, nutrita di rabbiose rivendicazioni nei confronti del mondo che sembra non comprendere la sua arte, e soprattutto di Rodin, colpevole a suo dire di complottare contro di lei per annientarla, depredarla delle sue opere, sottrarle lavori, progetti, idee … in altre parole, per  “rubare” la sua anima, il suo talento e la sua energia.

Il procedere inesorabile di uno squilibrio mentale, documentato da lettere e testimonianze, trasforma la sua ossessione in una vera e propria mania di persecuzione, la porta a vivere nell’isolamento totale, nell’alcolismo, nel degrado e nell’abbandono, e culmina nella distruzione folle e furiosa delle sue stesse opere.

Anche la famiglia ha completamente emarginato e rifiutato l’artista che ormai rappresenta un problema che non è più possibile gestire : solo il padre continua segretamente ad aiutarla.

All’età di 40 anni Camille viene interdetta e internata in un manicomio, dove vegeterà, in un progressivo abbruttimento, in un’alternanza tra follia e momenti di lucidità,  fino alla morte, trent’anni dopo, senza più modellare né scolpire, ma scrivendo spesso accorate lettere al fratello, il poeta Paul Claudel,  nell’inutile speranza di essere liberata dall’ “inferno”  in cui si trovava.

Camille Claudel  1864 – 1943

La sua scrittura è rapida, intensa e angolosa come tutte le grafie dominate dal Fuoco: la forma rimane tuttavia controllata e leggibile, quasi a testimoniare una dolorosa lucidità sempre conservata, una sofferenza sempre consapevole e vigile.

Lilith si esprime nella gestione spaziale non più rispettata, nel movimento febbrile, nell’eccesso degli sprofondamenti inferiori, nell’aggressività dei tratti finali acuminati (detti “spadiformi”) che diventano i caratteristici “ricci soggettivi”.

La presenza di “righi a cascata”, in questo ambiente grafico discordante, assume il significato di iperattività nervosa, imprevidenza, affaticamento, scoraggiamento …. oggi parleremmo di “tunnel depressivo” associato a “delirio maniacale”.

Il celebre fratello Paul Claudel, che nei trent’anni di internamento la visitò pare soltanto due volte, la ricordò come una creatura dai doni eccezionali.

Il suo Tema Natale di Sagittario Ascendente Scorpione descrive qualità elementari dissonanti, appesantite da una determinata Luna arietina accanto ad un obnubilante Nettuno, entrambi nella casa della creatività, cosignificante dell’ambizioso Leone.

La Luna Nera di Camille Claudel è nel segno della Vergine, in decima casa. 

Il rifiuto delle limitazioni imposte dall’ordine e dalle regole si irrigidisce in una forma di ossessivo perfezionismo che, anziché favorire la struttura della personalità, la rende sempre più fragile.

Assistiamo al disperato tentativo di rivalsa di un’artista straordinaria che ha cercato compensazione alla sua ferita narcisistica attraverso un durissimo lavoro, spesso solitario, boicottato e frainteso.

La conferma, artistica, sociale e professionale, che tanto desiderava le è stata negata nella maniera più crudele : Lilith nella casa del successo ha agito con tutta la spietatezza della “madre divorante”.

Camille Claudel  “ La valse” 1889

Il testo è tratto da “GRAFOLOGIA PLANETARIA. I simboli dell’universo nella scrittura”, 

Edizioni Mediterranee, Roma, 2023

(pag. 248-250)

Il capitolo 14 è dedicato alla scrittura di Plutone e di Lilith.