Purtroppo la follia omicida non si delinea chiaramente nella scrittura attraverso una serie di segni precisi, da interpretare diligentemente: la nostra psiche, e a maggior ragione la psiche malata e sofferente, tende a conservare i segreti e le difese che ne intensificano il mistero.

Dal luogo d’ombra  dove si depositano i contenuti più violenti e distruttivi della natura umana non sempre arrivano messaggi espliciti, ma solo accenni, spesso fraintesi o inascoltati: a sottolineare ancora la sottigliezza estrema del confine che separa la normalità apparente dalla patologia.

Charles Manson, psicopatico dal carisma violento e allucinato, profeta del satanismo, frutto malato di una delirante ossessione di libertà assoluta nata dalla consapevolezza avvilente di non essere diventato  “qualcuno” nel mondo della musica, è uno dei più famosi criminali della storia, incarnazione stessa del  “male”.

Figlio naturale di una giovanissima alcolizzata che viveva di espedienti e  occasionalmente si prostituiva, la sua vita, fin dall’adolescenza, si è svolta quasi totalmente in carcere, dove aveva subito abusi e violenze di ogni genere.

Il suo nome è legato soprattutto al “massacro di Cielo Drive” in cui venne coinvolta, la notte del 9 agosto 1969, l’attrice Sharon Tate, moglie del regista Roman Polanski.

La Comune da lui fondata pochi anni prima, quando uscì di prigione dopo aver scontato una lunga condanna per furti, aggressioni e stupri, la famigerata “Manson family”, raccoglieva ragazzi disadattati che, completamente plagiati dalla sua personalità e sotto l’effetto della droga, entrarono in una escalation di violenza vertiginosa : dalle orge rituali pseudo sataniche passarono a furti e rapine, fino a trasformarsi  in spietati assassini.

Di loro Manson diceva, in una delle sue sconvolgenti affermazioni: “Questi figli che vengono da voi con i coltelli, sono i vostri figli: voi li avete istruiti. Io non ho insegnato loro nulla. Ho solo provato ad aiutarli ad alzarsi in piedi.”

Circa 15 film raccontano la sua storia, che ha avuto una grande risonanza mediatica : in realtà a Manson si attribuisce, materialmente, un solo delitto, ma ai ragazzi del gruppo, affascinati dal suo carisma, avrebbe ispirato circa 20 omicidi in soli due anni, dal 1968 al 1969.

Plutone domina la scrittura di Charles Manson, che appare iperlegata (l’idea fissa che non viene mai abbandonata, senza ripensamenti né pause critiche), costellata da gesti a forma di croce (aggressività, tensione, tenacia distruttiva ed auto-distruttiva), con improvvisi tratti puerili, lettere quasi calligrafiche (invasione dell’Es) e paraffo di auto-cancellazione nella firma.

Aggressività e segni seduttivi  (i cosiddetti  lacci captatori) convivono in questo grafismo ossessivo, esasperato e sofferente insieme.

Nel Tema Natale notiamo uno stellium nel segno dello Scorpione, domicilio di Plutone, che comprende il Sole, Mercurio, Venere e Giove.

Plutone si trova proprio al Fondo Cielo nel segno del Cancro : luogo-simbolo  delle radici, del nido, della protezione famigliare.

E  “famiglia” era il nome della setta che Charles Manson aveva creato: un nome emblematico per un manipolatore che non ha avuto pietà per nessuno, nemmeno per se stesso, e che nei suoi deliri affermava di essere la reincarnazione di Gesù Cristo e di Satana. 

Un destino segnato?

“L’idea di un destino, di un karma, la sicurezza interiore di una continuità della vita, mostrano sotto un altro aspetto l’uomo che si esprime nella sua scrittura.  E questo sapere o presentire impegneranno il grafologo alla modestia.”

Così scriveva Anja Teillard, grande grafologa allieva di Jung, autrice del bellissimo libro dal titolo  “L’anima e la scrittura”.

E di modestia è bene parlare, per il grafologo e non solo, di fronte all’enigma della psiche umana.

“Guardami dall’alto e vedrai in me un pazzo

Guardami dal basso e vedrai in me un dio.

       Guardami dritto negli occhi e vedrai te stesso.”

Charles Manson

Tratto da “Grafologia Planetaria. I simboli dell’Universo nella scrittura”

Ed.Mediterranee, Roma, 2023