Elena Torre

Gennaio 25, 2024 

E’ uscito per le Edizioni Mediterranee il prezioso volume Gafologia Planetaria di Marisa Paschero, studiosa di scrittura e linguaggio dei simboli. 

Abbiamo voluto approfondire proprio con lei alcune tematiche.

Qual è stata la scintilla che ha fatto nascere in lei la passione per la grafologia?

Il grande grafologo Max Pulver diceva che “La sensibilità e l’amore per la scrittura sono qualcosa di spontaneo. Ad un certo momento della nostra vita  le forme grafiche sono improvvisamente investite dal fascio luminoso della nostra consapevolezza”. Questa per me è stata la scintilla! Ma da sempre ho subito il fascino della traccia, ancor prima che la traccia stessa si trasformasse in scrittura. Da bambina riproducevo, copiandole, le parole scritte senza comprenderne il senso: per me erano immagini, misteriose ed infinite. Non andavo ancora a scuola, era una cosa tutta mia. Ho poi scoperto, studiando grafologia, che molti bambini fanno questo, soprattutto i dislessici, i solitari, i fantasiosi … si collocano spontaneamente ad un livello molto più antico della scrittura stessa, il livello del segno, del gesto universale, del simbolo remoto. Ecco, questo è rimasto il mio modo di fare grafologia : e la scintilla è sempre accesa.

Quando ha capito che anche i pianeti vivono nella scrittura?

Avvicinandomi al mondo dell’astrologia (che mi ha sempre affascinata! Chissà … se non avessi fatto la grafologa …) mi sono resa conto di quanto i pianeti fossero “parlanti” all’interno del tema natale, che è una sorta di “istantanea” del momento del nostro ingresso nel mondo, e come tale racchiude ogni possibilità. Ho visualizzato il grafico zodiacale come un palcoscenico abitato dagli archetipi celesti,  e ho immaginato che la loro voce potesse farsi udire non soltanto in prospettiva, ma anche nel qui  e ora, nell’espressione più completa di noi stessi nel nostro procedere, ossia nella nostra scrittura. Autorevoli studiosi, assai prima di me, avevano collegato la grafologia all’astrologia: nel mio libro li ho citati tutti, con riconoscenza.

C’è un collegamento tra la scrittura e il nostro segno zodiacale?

Il presupposto della Grafologia Planetaria è che il nostro modo di scrivere possa contenere e riprodurre tutti i simboli celesti, anche se in misura diversa : non sarà quindi, se non eccezionalmente, il pianeta che governa il segno zodiacale a connotare la grafia. Ad esempio : non necessariamente una persona nata sotto il segno del Toro avrà una scrittura venusiana, o una persona nata sotto il segno del Cancro una scrittura lunare, o una persona nata sotto il segno del Capricorno una scrittura saturnina, e cosi via… A seconda della potenza dell’archetipo vengono a crearsi delle “dominanti”, ma assai raramente succede che la dominante planetaria sia assolutamente “pura”, ossia rappresentata da un unico pianeta : di solito almeno due o tre pianeti convivono e si esprimono nella scrittura con le loro qualità, entrando tra loro in relazione con caratteristiche che possono sostenersi a vicenda, oppure trovarsi in conflitto.

Grafologia Planetaria è un libro molto ricco, complesso, pieno di tante cose, quanto lavoro ha richiesto?

Si è trattato di un lavoro che ha richiesto parecchio tempo, e in realtà credo che non sia ancora finito! Quando si accede all’universo dei simboli si entra davvero, come diceva Baudelaire, in una foresta in cui si cammina silenziosamente, con circospezione, sentendosi osservati da sguardi che sembrano avere qualcosa di familiare. In realtà conosciamo “da sempre” i grandi archetipi che ci rappresentano, perchè ci somigliano, perchè ci appartengono tutti. La comprensione del loro linguaggio, l’accesso alle “confuse parole” a cui accennava appunto Baudelaire, appartiene ad un tempo lontano, quando il nostro pensiero non si sviluppava unicamente in forma  logica e lineare, ma si serviva di richiami, di analogie, di immagini, di emozioni … Nel mio lavoro ho cercato di ricreare questo dialogo perduto, evocando i Pianeti attraverso la mano che scrive.

Durante la stesura del libro ha scoperto qualcosa che l’ha sorpresa?

Sempre mi sorprendo  scrivendo “di scrittura”! Emozione e sorpresa nel ritrovare i simboli universali anche nei tracciati più semplici ed elementari, nelle forme di base, persino negli scarabocchi … Emozione e sorpresa nel riconoscere la sopravvivenza precisa del glifo planetario anche nello scorrere della grafia più quotidiana. Lei sa che ci sono persone che, inconsapevolmente, tracciano gli ideogrammi planetari scrivendo? Eccoli che affiorano, diventando scrittura. Basta saperli vedere.

Per un neofita di astrologia e grafologia quale il percorso da intraprendere?

Un percorso fatto soprattutto di paziente osservazione e di silenzio : la “voce” della scrittura e dei pianeti spesso si confonde nel frastuono del quotidiano. Naturalmente affidandosi alla guida offerta dai testi migliori, quelli che la tradizione ha accreditato, quelli notoriamente più autorevoli. Ma, nel corso nel cammino, ciascuno è come destinato ad incontrare gli autori con cui si sentirà in sintonia. Per me sono stati Max Pulver, Ania Teillard e i ricercatori simbolisti per la grafologia; André Barbault, Liz Greene e Stephen Arroyo per l’astrologia, solo per citarne alcuni. I libri “vengono” da noi, ne sono convinta.

Oggi si scrive sempre meno a mano cosa stiamo perdendo?

Le rispondo con le mie riflessioni a conclusione del mio testo di iniziazione alla grafologia. Spesso mi sento chiedere quale potrebbe essere, in questo mondo di “nativi digitali” per cui la penna rischia di rappresentare un ricordo (se non un mistero!), il destino della scrittura. La mia risposta è sempre la stessa : la scrittura è creatività, “linguaggio dell’anima”, la scrittura siamo noi. Gli antichi dicevano che “la scrittura è un dono degli dèi”. Ci permette di comunicare, di entrare in relazione col mondo attraverso un codice comune, ma rimanendo noi stessi, ciascuno meravigliosamente differente dall’altro. Io sono fiduciosa, sapremo conservare questo straordinario dono, non vorremo perdere, o peggio non conoscere, l’emozione che si prova di fronte a un foglio bianco, un amico prezioso, un confidente discreto che ci aspetta. La scrittura è anche rifugio, quiete, racconto di vita … e saranno proprio quei “segni” unici, usciti magicamente dalla nostra mano, a registrare una traccia del nostro sentire e dell’essere “noi” in quel preciso momento, mai più uguale a se stesso, imperfetti e fragili, ma forti del contatto profondo con la silenziosa energia che più ci somiglia.

Il libro: 

Se l’Astrologia  permette di intravedere e immaginare il progetto di un’esistenza, la Grafologia ne individua la proiezione nel presente. A questa conclusione è giunta l’Autrice dopo anni di studi dedicati alla relazione fra la misteriosa energia  espressa dai corpi celesti il nostro personale stile di scrittura.
Se il disegno del Tema Natale, come un mandala che raffigura la nostra nascita, racchiude la totalità delle presenze planetarie, la nostra grafia tende invece a privilegiare  i valori simbolici con cui siamo maggiormente in sintonia : ma tutti gli archetipi planetari,  al fine del nostro equilibrio e del nostro benessere, devono essere onorati.
Questo libro insegna ai lettori a riconoscere l’essenza del simbolo nel suo profondo potere evolutivo e trasformativo: una capacità preziosa, benefica, quasi terapeutica.
Attraverso una messe di illustrazioni, di esempi grafologici e di esercizi pratici di grafoterapia, l’Autrice  ci guida in questa esperienza unica, consentendoci di evocare le straordinarie energie degli Elementi e dei Pianeti, di attivarle, di equilibrarle e di vederle affiorare  attraverso la mano che scrive : un percorso che, dalle grandi forme scrittorie di base, raggiunge i disegni planetari che inconsapevolmente  tracciamo, fino alla meraviglia del segno nel suo nascere e nel suo manifestarsi a livello universale,  come immagine archetipica.

Articolo di: Elena Torre

Da ascoltare 

Marisa Paschero ci parla di Grafologia Planetaria