di Marisa Paschero

Grandissima intensità vitale nella scrittura di Gustavo Rol, di cui vediamo alcuni saggi tratti dal libro “Rol, oltre il prodigio” di Maria Luisa Giordano.  

Del famoso sensitivo torinese colpisce immediatamente il tratto angoloso, teso, incisivo, segnato da un’energia incontenibile, che sembra non conoscere pause, né cedimenti.

Il foglio, che simbolicamente rappresenta l’ambiente in cui viviamo, è occupato con fermezza e decisione, la padronanza del gesto è assoluta.

Le lettere sono unite in una concatenazione incessante, che a volte collega fra loro anche le parole stesse : è il segno detto “iperlegata”, indice di determinazione, di convinzione, spesso di ostinazione.

Il ritmo grafico è continuo, animato da un dinamismo affermato che si snoda rapidissimo appropriandosi dello spazio, con una pressione che si indovina ferma e costante pur nelle evidenti fluttuazioni del chiaro-scuro.

I gesti-tipo della scrittura di Rol (ossia certi indici grafici che si ripetono sistematicamente, creando un nota peculiare) sono i tratti  finali taglienti e i gesti a forma di croce, dove gli assi verticale e orizzontale si incontrano nettamente come, ad esempio, nei tagli della lettera “t”: in grafologia questi segni hanno sempre un che di autorevole, di definitivo, di incontestato.

Segni incisivi che appartengono a personalità dominanti e carismatiche, soprattutto se si trovano inseriti in un contesto scrittorio molto energico.

L’inclinazione degli assi letterali si mantiene sempre destrorsa, in una scansione regolare : gli slanci finali di alcune parole al termine del rigo  accentuano la tendenza ad occupare la zona destra del foglio.

In questa zona simbolicamente, troviamo il futuro, l’ignoto, il segreto di un universo che ancora deve essere raggiunto, riconosciuto, esplorato, sperimentato … il mondo del prodigio e dell’insondabile che Gustavo Rol, figura fra le più enigmatiche, controverse ed affascinanti del secolo scorso, ha indagato lungo il corso di una vita intera.

Fin da quando una sera a Parigi, giovane universitario, aveva incontrato improvvisamente, in una di quelle “folgorazioni” improvvise che la sua grafia esprime tanto bene, il mistero di una Legge superiore, il Potere della mente sulle parole, la scoperta di quelle capacità straordinarie con cui avrebbe dovuto imparare a convivere e che lo avrebbero reso famoso.

Tempo fa, leggendo il libro di Renzo Allegri “Rol, il grande veggente” , mi incuriosì particolarmente questa frase : “Rol aveva una grande ammirazione per Napoleone. Molti sostengono che fosse la reincarnazione dell’imperatore francese. Quando parlava di lui si trasformava …. di Napoleone Rol aveva libri, stampe, ricordi, oggetti, persino una carrozza … la stessa scrittura di Rol assomigliava a quella di Napoleone.”

Pur tenendo presente che il rapporto con l’idea della reincarnazione, già estremamente  delicato e complesso di per sé, ha subito alcune variazioni da parte dello stesso Rol nel corso della sua vita, era comunque impossibile per me, a questo punto, non cercare un confronto fra le due scritture, che vi propongo in successione.

Scrittura di Rol

Scrittura di Napoleone

La somiglianza dei tracciati è palese : entrambi intensi, impetuosi e di un folgorante impatto visivo. Entrambi protesi verso destra a dominare lo spazio e il futuro con la vitalità degli slanci finali, in un fluire continuo, teso e inarrestabile

ll confronto offre indubbiamente qualche motivo di riflessione, e ancora più interessante è forse il saggio grafico che segue.

Scritto dello “spirito intelligente” di Napoleone

Si tratta di uno scritto dello “spirito intelligente” di Napoleone, ottenuto da Rol nell’ottobre del 1970 durante un esperimento, dove spiccano, evidentissime, le caratteristiche grafiche e stilistiche dell’Imperatore dei Francesi.

Il saggio è pubblicato da Franco Rol , cugino di Gustavo, da cui proviene questa citazione che esprime il pensiero di Rol stesso sulle qualità dello “spirito intelligente” :  “Lo spirito intelligente non è lo spirito divino, né quello canonico che segue l’anima nelle sue vicissitudini post mortem, ma una sorta di fotocopia della scheda segnaletica personale, comprendente funzioni e pensiero dell’individuo. Lo spirito intelligente si potrebbe quindi paragonare a una memoria di informazione, e non a scomode entità esterne all’uomo. E’ assai probabile, in realtà, che queste entità non esistano affatto. Lo spirito è energia. Questo già esclude lo spirito intelligente come concetto contra legem avverso alla religione”.

Attraverso queste parole si chiarisce il desiderio di Rol, perlomeno nell’ultimo periodo del suo passaggio terreno, di non discostarsi dalla visione cattolica tradizionalmente accettata e codificata. Rimane tuttavia l’enigma di questi tracciati, scaturiti come dal nulla nell’ambiente ovattato dell’elegantissimo salotto torinese, dove “l’uomo del mistero” affascinava e sconcertava i suoi ospiti con il magnetismo della sua personalità e dei suoi prodigi.

Questo inquietante “viaggiatore fra due mondi”, come egli stesso si definiva, pare affermasse con grande semplicità : “L’importante è che l’uomo si accorga che il meraviglioso esiste e che voglia accedervi”.

Questo studio si trova in appendice (pag.179-183) al libro di Paola Giovetti “Gustavo Adolfo Rol. L’uomo oltre l’uomo”, Ed. Mediterranee, 2022