di Marisa Paschero

La lettera  “a”  è collegata all’affettività : concordemente i grafologi la considerano l’immagine della “vita del cuore”, della capacità di mettersi in relazione con l’altro, manifestando più o meno liberamente  i propri sentimenti e le proprie emozioni.
In Grafologia quando si parla delle singole lettere dell’alfabeto si entra nel regno dei cosiddetti  “piccoli segni”, ossia di tutta quella serie di elementi che vengono presi in considerazione solo al termine dell’analisi, per arricchire di sfumature il ritratto di personalità.
Benché  i “piccoli segni” non vadano mai considerati a se stanti, ma sempre e soltanto in relazione al contesto scrittorio in cui si trovano, può essere interessante osservare alcune delle loro modalità costruttive più frequenti, mettendole in relazione con il  loro significato psicologico.

Lettera femminile ed affettiva per eccellenza, la “a” si espande nella fascia media della scrittura, ossia nella zona delle “lettere basse”, prive di allunghi sia superiori che inferiori, considerata la zona dell’Io nella sua realtà più immediata.

Infatti, secondo il  simbolismo spaziale di Max Pulver, utilizzato come  base dell’interpretazione grafologica,  il foglio rappresenta simbolicamente l’ambiente in cui ci muoviamo, e lo spazio in cui si collocano le lettere si espande in tre zone: la zona superiore come spazio del mentale, la zona inferiore  come sede della concretezza e delle pulsioni, e la zona centrale come centralità dell’individuo, con i suoi affetti, il suo sentire, i suoi rapporti interpersonali, la sua vita quotidiana. 

Il modo di tracciare la lettera “a” descrive quindi tratti caratteriali e comportamenti affettivi diversi attraverso una molteplicità di sfaccettature formali : vediamone alcune.

La  “a calligrafica, ossia conforme al modello scolastico acquisito, semplice, arrotondata, ben costruita, esprime naturalezza e spontaneità nelle relazioni interpersonali.

Quando è tracciata lasciando una apertura verso sinistra segnala un forte attaccamento affettivo al passato : è difficile affrancarsi dalle esperienze vissute, nel bene e nel male, e si cerca volentieri rifugio nei ricordi, o nello stare con se stessi.

L’apertura verso destra indica invece una maggiore disponibilità a mettersi in rapporto con gli altri : c’è curiosità, desiderio di contatto, voglia di socializzare.

L’apertura verso l’alto ci dice che la relazione affettiva tende ad essere idealizzata, mentre l’apertura verso il basso è più “materiale”, disponibile all’esperienza dei sensi, recettiva ai piaceri che la vita può offrire.

Quando l’ovale della “a” si presenta tutto chiuso, o addirittura ripassato, abbiamo una persona che protegge il suo mondo affettivo : riservata, difesa, controllata nelle sue manifestazioni, non concede ( e non dice ! ) più che tanto di sé.

Tutte queste indicazioni valgono per la “a” minuscola costruita in un unico tratto, senza stacco della mano. 

Quando la lettera risulti invece tracciata in due tempi, e l’ovale e l’asta si presentino quindi separati  (stiamo però parlando di scrittura adulta ), siamo di fronte alla cosiddetta “adissociata, indice di immaturità affettiva accompagnata da vulnerabilità.

Qualora la lettera “a” appaia evidentemente più grande delle altre vocali avremo una  persona particolarmente esigente dal punto di vista sentimentale : una persona in cerca di rassicurazioni, di manifestazioni, di gratificazioni… insomma di un vero e proprio  “nutrimento”  affettivo.

Più piccola delle altre vocali, dal tratto leggero e delicato, con schiacciamenti ed irregolarità, appartiene all’ipersensibile che è facile ferire nei suoi affetti e nella sua autostima.

Se teniamo presente che l’ovale delle lettere rappresenta, nei suoi tre movimenti possibili ( ascendente, orizzontale e discendente ) l’IO nella sua interezza, sarà più facile apprezzare l’importanza  delle sue tante variazioni !

Ma oltre alla “a” che obbedisce al modello calligrafico capiterà di vedere spesso anche la “a” script, che riproduce lo stampatello minuscolo tipografico.

La  “a” minuscola tipografica è spesso il frutto di una scelta personale di tipo estetico : sobria, essenziale, semplificata, può assumere la forma di un’alfa greca, e in questo caso evoca un’affettività intellettualizzata.

Se però la parte superiore della lettera dovesse presentarsi eccessivamente sviluppata, a formare come una specie di “cappello”, avremo enfatizzato l’importanza della vita affettiva, ma a scapito della semplicità ; l’accento delle relazioni interpersonali sarà posto sull’immagine, la gratificazione verrà dai riconoscimenti, e tutto rimarrà in superficie.